Martedì 19 settembre ripartono i corsi per il settore giovanile della Cardatletica;
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10K SARONNO 2019
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- Creato Domenica, 12 Maggio 2019 22:12
- Scritto da SPOTI OMAR
FOTO DI ARTURO BARBIERI << CLICCA QUI >>
Questa gara era anche valevole per il Campionato Provinciale su Strada, e abbiamo portato a casa, oltre che pioggia abbondante, ben nove medaglie e un titolo di campione provinciale.
Purtroppo siamo talmente "indisciplinati" che non riusciamo a fare una foto tutti assieme; comunque ecco qua sotto tutte le foto e i tempi di gara.
Partendo dalla testa della classifica, in quarta posizione assoluta e vincitore del titolo di campiona provinciale, con 33'23" un super GIOVANNI VANINI.
Al quindicesimo posto, dopo un'estenuante volata, taglia il traguardo GIUSEPPE DUCHINI in 36'00" e secondo SM45 della provincia.
Che precede di un solo secondo un mai dopo ANTONIO VASI, 16° in 36'01" e terzo SM45 nella classifica provinciale.
In grande forma anche ROMEO VISENTIN, quarto cardatleta di giornata in 43a posizione: con il tempo di 38'39" ottiene il suo nuovo PB.
A tre sole posizioni giunge anche MARIO PANARIELLO, secondo di categoria SM50 provinciale in 39'13".
Meno di un minuto e troviamo CLAUDIO DI TRANI, 59° e secondo di categoria SM40 in 40'07".
Alle sue spalle il reduce da Londra KOSTIA ROSSI, 65° e terzo SM40 provinciale in 40'58".
Al 70° posto il leader del Cardacampionato FABRIZIO CHIGGIATO, che con il tempo di 41'31" conquista la terza posizione provinciale SM50.
Altri venti secondi per trovare VINCENZO SPECIALE, 81° in 41'56".
Mentre con il tempo di 43'33", DANIELE SIMONELLI conclude in 106a posizione.
Poco distante l'altro maratoneta DARIO MARCHETTO, 112° in 43'51".
E 130° con il tempo di 45'34" troviamo ONOFRIO MURGIDA.
Cardavolata per il duo DIEGO PORTA e SPOTI OMAR che concludono in 132a posizione con il tempo di 45'54".
Sotto il muro dei 50' arriva IVAN PADERI, che chiude al 172° posto in 49'11".
181° posto per l'onnipresente GIUSEPPE RAMUNDO, in 50'57".
192° posto per l'altissimo TIZIANO MARCON in 52'56".
Poi è la volta della prima Cardaladie di giornata: LUCIANA BERNASCONI conclude in 42a posizione e con il tempo di 53'06" conquista la seconda posizione provinciale nella SF55.
Altro podio anche per FRANCESCA MAZZACANI, il suo 54'27" e 44a posizione vale la terza piazza provinciale nella SF35.
Un po' di sfortuna per MATTEO BOSCO, che deve abbandonare la competizione al 6° km mentre era in ottima posizione: conclude il primo giro in 17'01".
Partecipa alla gara non competitiva anche CARLO INGRASSIA, percorrendo un giro del tracciato: talmente veloce da sfuggire ai fotografi.
Ricapitolando ecco i podi di categoria: GIOVANNI VANINI CAMPIONE PROVINCIALE SM35
CLAUDIO DI TRANI 2° e KOSTIA ROSSI 3° nella SM40 (Claudio è solo un po' più alto, ma è un'impressione ottica).
GIUSEPPE DUCHINI 2° e ANTONIO VASI 3° nella SM40.
MARIO PANARIELLO 2° e FABRIZIO CHIGGIATO 3° nella SM45.
FRANCESCA MAZZACANI 3a nella SF35.
LUCIANA BERNASCONI 2a nella SF55.
London Marathon, 28 Aprile 2019
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- Creato Sabato, 11 Maggio 2019 14:01
- Scritto da SPOTI OMAR
Tratto dal blog: Una vita da runner, di Kostia Rossi
No, non ci avrei mai scommesso ad un mio ritorno alla distanza regina, ma il destino ha deciso che la più improbabile delle casistiche (“tornerò a correre una Maratona quando mi estrarranno al Ballot di Londra”) si concretizzasse, lasciandomi poca scelta sulla decisione da prendere.
La preparazione studiata da coach Andrea è andata molto bene, sia sul piano fisico che su quello psicologico, che era l’aspetto che più mi spaventava all’inizio. Un mix equilibrato di velocità e resistenza che oltre ad avermi accompagnato alla gara, mi ha permesso di passare i 4 mesi di allenamenti arrivando raramente in situazioni di carico eccessivo, divertendomi e chiudendo positivamente i test domenicali sulla lunga distanza.
Arrivo al giorno della gara come meglio avrei voluto: l’influenza della penultima settimana smaltita completamente, il picco di allergia primaverile svanito una volta che mi sono ambientato al clima Londinese, mentre dell’infiammazione al fianco destro ho solo un vago ricordo sbiadito. Come previsto, il giorno della gara le gambe non sono propriamente riposate, come risultato delle sfacchinate per ritiro pettorali, gita a Windsor e visita del Parlamento nei giorni precedenti. Devo però aggiungere che al via della gara, e durante la stessa, tutto questo non si è fatto minimamente sentire.
Correre una Major, si sa, non è semplice anche per via della logistica. Devo uscire di casa 3 ore prima della partenza, raggiungere la Metropolitana e poi prendere il treno. Già arrivato a Belsize Park, la stazione dell’underground più vicina all’appartamento, respiro l’aria del grande evento. La città è silenziosa, ma è la classica situazione da quiete prima della tempesta (anche se in questo caso sarebbe meglio dire “della festa”), e gli addetti ai tornelli di accesso ti sorridono ed incitano quando mostri loro il pettorale per accedere gratuitamente ai treni. La mia fermata è lontana dal caos, saliamo sulla carrozza in 3 (ovviamente tutti Maratoneti) ed iniziamo a parlare tra noi di quello che ci aspetta. Nel giro di poche fermate saliranno sempre più persone, fino allo smistamento previsto a London Bridge Station, dove nella sala centrale sono stati addirittura allestiti dei punti raccolta differenziati per area di partenza (la gara ha 4 starting zone diverse), per indirizzare le persone nella giusta direzione. E da qui che comincio a capire che l’organizzazione è veramente di altissimo livello. Salgo sul mio treno diretto a Blackheat, che raggiungerò circa 10 minuti dopo, sorprendendomi nel trovare sulla banchina della stazione una serie di tavoli con banane a disposizione per tutti. Qui dopo qualche minuto di attesa riesco a trovarmi con Nico, nonostante qualche peripezia causata da un “sono a fianco dell’uomo vestito da ananas”, per scoprire che c’erano almeno 5-6 persone vestite in quel modo…
Ci dirigiamo verso la Blue Zone, che è la nostra partenza. A prima vista sembra di arrivare in un’area concerti vastissima: un prato enorme, con un tendone centrale per cambiarsi (e ripararsi dal freddo, vista la temperatura non proprio clemente) e i camion per il deposito borse. Dopo esserci preparati per la gara e coperti accuratamente con una tuta da imbianchino della linea moda primavera-estate 2019, riusciamo ad incrociare Gaetano (6 Major per lui, solo applausi!) per una foto e dirigerci in griglia. I 25 minuti che ci separano dallo start scorrono velocemente, ridiamo e scherziamo e passiamo sotto il via 10 minuti dopo lo sparo, constatando che Mo Farah sarà già stato ben oltre il km 3.
I primi 10km: “Humps!” e Cutty Sark – Dopo aver superato la linea di partenza io e Nico riusciamo a correre subito senza troppo traffico. Il tempo di richiamare l’applauso del pubblico per un paio di volte, e Nico si stacca da me, perchè il suo ritmo gara è più prudente del mio. Rimasto “solo”, inizio ad immergermi nel clima di gara: intorno a me c’è una festa, sin dai primi metri ci sono centinaia di persone ammassate ai lati della strada, che non smettono mai di incitare. Le gambe sono reattive e non affaticate, galvanizzato dalla situazione rispondo ad ogni incoraggiamento, al punto che gli addetti (2 per ogni dosso) che urlano a distanza di pochi secondi “Humps!” per avvertirci del pericolo sembrano quasi messi lì per dare il ritmo alla corsa. Al Km 7 passiamo per Cutty Sark: una curva a U in corrispondenza del veliero trasforma il percorso in un’arena da stadio, con un tifo assordante che manda in secondo piano le difficoltà causate dal restringimento di carreggiata, stretto al punto di costringermi addirittura a camminare per qualche metro.
Dal 10° alla mezza: Pit-Stop e Tower Bridge – L’unica nota dolente di questa prima parte di gara è data dal mio stomaco. Ogni 10 minuti circa, sento delle fitte addominali che durano una trentina di secondi. Situazione capitata un paio di volte durante gli allenamenti degli ultimi mesi e che quindi conosco bene. In aggiunta, l’acqua bevuta prima del via, unita alla temperatura di giornata, presenta inevitabilmente il conto così, dopo un paio di Toilet zone superate per studiarne l’utilizzo cronometrico migliore, al Km 13 riesco a mettere a fuoco un bagno libero e fiondarmi all’interno. Nonostante tutto, l’operazione mi costa circa 1 minuto di tempo. Per rimettermi in ritmo spingo maggiormente per qualche chilometro, prima di arrivare alla svolta a destra del Km 20, che apre la visuale sul maestoso Tower Bridge, invisibile al percorso di gara fino a quel punto. L’emozione è forte, la gente tantissima. Quasi rallento per godermi meglio quel passaggio, unico nel suo genere. La sorpresa finale arriva all’uscita dal ponte: 300 metri dopo c’è l’ultimo tratto del senso alternato di gara, e davanti a me si palesa Mo Farah con la sua splendida azione di corsa. Questione di pochi secondi, a l’avrei mancato.
Dalla mezza al 30°: Canary Wharf – Passo a metà gara sotto l’ora e 41, in linea con le previsioni di ritmo. I dolori addominali persistono e ormai ho capito che me li dovrò portare fino al traguardo. Nonostante la fatica supplementare riesco a tenere bene il passo, mentre siamo sul rettilineo che porta a Canary Wharf. Anche su questo tratto non manca il tifo, tantissime persone che danno il “5”, grandi e piccini. Alcuni bambini offrono caramelle gommose, altri improvvisano ristori aggiuntivi allungando bottiglie d’acqua ed integratori. L’atmosfera è speciale, per alcuni momenti sembra quasi che la Maratona la stessimo correndo tutti insieme, pubblico e concorrenti. Arrivati a Canary Wharf ci immettiamo nel tratto più nervoso della gara, tra tunnel e svolte continue. I grattacieli alti tolgono luce e abbassano la temperatura, torno ad alzare i manicotti per coprire le braccia, dopo averli abbassati 20 km prima. Verso il 28° sento un indurimento all’altezza del vasto laterale, da entrambi i lati. Al momento ci faccio poco caso, perchè è un punto dove in precedenza non ho mai avuto problemi di nessun tipo, invece con il passare dei minuti questa situazione peggiora e limita pesantemente la mia azione di corsa, oltre che il passo di gara.
Dal 30° al Traguardo – Stringo i denti rallentando per qualche km. Sono parzialmente rinfrancato dai passaggi cronometrici che rilevo ai cartelli, dato che il fido Race Screen dell’orologio mi restituisce ancora una buona proiezione a 3h24, non distante dal braccialetto che indosso sul posto opposto, che indica i passaggi per chiudere in 3h25. Nel lunghissimo rettilineo che mi separa dal traguardo cerco di godermi l’ultima ora della festa: ai lati i cartelli di incoraggiamento (da segnalare i migliori con: “you’re doing better than our government”, “if Trump can run America, you can do this one” oppure quelli dei bambini con “tap here to gain more power”), mentre tra il percorso di gara non è raro trovare i costumi più improbabili, tra i quali spiccano un rinoceronte e un Big-Ben-Man. Potere delle Charity, vero cuore pulsante della London Marathon. Transito al Km 37 in 3 ore esatte, e da lì in poi ad aiutarmi sarà solamente la testa. Il tempo fino a quel punto è letteralmente volato, tra l’alternanza dei cartelli chilometrici e quelli del sistema imperiale non mi sono reso nemmeno conto di quanta strada avessi già fatto. Gli ultimi 5Km sono fisicamente molto probanti, ma la mia testa, stranamente visti i miei precedenti, non molla. La distanza mancante non la sento come un problema, so che gli allenamenti che ho fatto mi porteranno in fondo senza crollare o dovermi fermare, il tutto confermato da una frequenza cardiaca mai in difficoltà per tutta la gara. Dal 38° Km entro nella zona di Westminster: il mio pensiero principale e quello di riuscire a vedere Francesca e Lara tra la folla. La situazione muscolare non mi permette troppi spostamenti laterali sulla carreggiata, quindi gioco il jolly spostandomi sulla destra e sperando di trovarle da quel lato. Ad un Km dal traguardo svoltiamo, lasciandoci il Tamigi a sinistra, in corrispondenza del Parlamento, visitato 24h prima. Subito dopo la curva, riesco a vedere le mie due donne a lato, mi disinteresso completamente della gara e vado verso di loro per salutarle ed abbracciarle. Dopo qualche secondo di stop riparto ed affronto gli ultimi metri di percorso, scanditi da cartelli ogni 200m. A 600 dal traguardo rivivo la sensazione provata in precedenza sul Tower Bridge: rallento leggermente, sento che la festa sta per finire ma, nonostante sia fisicamente provato, voglio che duri il più possibile. Si gira verso Buckingham Palace, mi affianco ad un runner per fare comparsa nel suo video, dato che sta filmando i suoi ultimi metri inquadrandosi con la Go-Pro, e giro sul Mall per i 200 finali. Il tempo di prendere la bandana sociale e di alzarla, ed il traguardo è subito lì. Scoppio a piangere, scarico la tensione e l’overdose di emozioni concentrate in così poco tempo. Anche a gara finita gli addetti continuano ad incitare, “you did it!” esclamano mentre ti mettono la medaglia al collo.
Qualche secondo dopo mi giro e vedo Nico. Incredibile come ci siamo ritrovati 3 ore e 29 minuti dopo esserci lasciati, in mezzo a così tanta gente, senza darci appuntamento.
Il tempo per me di una pausa al bagno (che sarà solamente la prima di una due giorni di recupero abbastanza complessa a livello di stomaco) per ritrovare anche Stefano, e scattare la foto di rito dei cadaveri con la medaglia al collo. Anche questa volta, ce l’abbiamo fatta!
Ora posso dire con certezza che finire una Maratona è soddisfacente, ma finire una Major è uno step ulteriore!
Cardabreaking news #75
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- Creato Domenica, 05 Maggio 2019 08:36
- Scritto da SPOTI OMAR
Per quanto riguarda la classifica di giornata (gara valevole come 8a gara del Cardacampionato), in ambito femminile, 42a LUCIANA BERNASCONI (53'06"), 44a FRANCESCA MAZZACANI (54"27).
In ambito maschile, 4° GIOVANNI VANINI (33'23"), 15° GIUSEPPE DUCHINI (36'00"), 16° ANTONIO VASI (36'01"), 43° ROMEO VISENTIN (38'39"), 46° MARIO PANARIELLO (39'13"), 59° CLAUDIO DI TRANI (40'07"), 65° KOSTIA ROSSI (40'58"), 70° FABRIZIO CHIGGIATO (41'31"), 81° VINCENZO SPECIALE (41'56"), 106° DANIELE SIMONELLI (43'33"), 112° DARIO MARCHETTO (43'51"), 130° ONOFRIO MURGIDA (45'34"), 132° DIEGO PORTA (45'54"), 133° OMAR SPOTI (45'56"), 172° IVAN PADERI (49'11"), 181° GIUSEPPE RAMUNDO (50'57"), 192° TIZIANO MARCON (52'56").
Hanno partecipato anche MATTEO BOSCO, ritiratosi verso il 7° km, che conclude il primo giro di 5km in 17'01" e CARLO INGRASSIA alla 5km non competitiva.
Domenica alla terza edizione della Red Buccella Run a Vigevano (10K valevole come prova del campionato provinciale PV), CLAUDIA GELSOMINO vince con il tempo di 36'39", una gara condizionata dal forte vento; quarto tempo All-time della Cardatletica.
Alla tappa del Piede d'Oro, la seconda edizione dell'Arsalonga ad Arsago Seprio di 11,7 km, quattro cardatleti al via: 15° RICCARDO LUCCHERINI in 48'02", 95° e terzo di categoria ALESSANDRO DALL'ANGELO, 107° CLAUDIO DALL'ANGELO e 162° GIUSEPPE RAMUNDO.
Alla gara degli alpini di Capolago, FABRIZIO CHIGGIATO 18° in 42'02", mentre CLAUDIO DI TRANI 25° in 43'47".
GIOVANNI alla T FAST 10K
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- Creato Lunedì, 29 Aprile 2019 20:22
- Scritto da SPOTI OMAR
Partenza sabato pomeriggio con Matteo e Daniele, svolto rapidamente le formalità del ritiro pacchi gara per poi dedicarci alla visita di quella che fu capitale di Italia.
Scongiurata la pioggia prevista in abbondanza dal meteo, domenica mattina seppur inizialmente fredda, ci ha regalato condizioni ottimali.
http://www.piemontetopnews.it
Numerosi i runners schierati al via (oltre 2400) tra cui parecchi atleti di alto livello data la fama di gara velocissima e priva di curve.
A parte la partenza, un po' stretta per le prime centinaia di metri, il percorso largo e dritto permetteva di andare forte e di avere sempre qualche riferimento davanti.
Dopo una partenza prudente, non riesco a trovare l'aggancio giusto per esaudire le mie aspettative.
Così dopo qualche km prendo l'iniziativa e impostando il mio passo riesco a riguadagnare posizioni per chiudere in 39esima posizione.
Conscio di non aver sfruttato al meglio questa opportunità, mi consolo di aver smussato un secondino al mio precedente PB.
P.S. (Omar Spoti): Il secondino "limato" è il nuovo record per la Cardatletica sulla distanza dei 10k (33'15").
Cardabreaking news #74
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- Creato Domenica, 28 Aprile 2019 19:18
- Scritto da SPOTI OMAR
Domenica, in terra d'Inghilterra, KOSTIA ROSSI conclude la maratona di Londra abbattendo il muro delle 3 ore e 30: 3h29'04" e 6.505imo su oltre 42.000 partecipanti.
A Lacchiarella, alla Mezza Maratone dei Tre Comuni, GIUSEPPE RAMUNDO conclude la sua 52a mezza in 178a posizione con il tempo di 2h05'50".
Alla tappa del Piede d'Oro di Brinzio, secondo posto di categoria per ALESSANDRO DALL'ANGELO, LUCIANA BERNASCONI ed ELIA PIETRO SPOTI, presenti anche RICCARDO LUCCHERINI (22°), CLAUDIO DALL'ANGELO e OMAR SPOTI.
42a Marcia dei Ciliegi in Fiore
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- Creato Venerdì, 26 Aprile 2019 20:40
- Scritto da SPOTI OMAR
Anche se quest'anno potevano esserci problemi di "ponte", data la vicinanza con la festa della liberazione, i Cardatleti hanno risposto presente e la partecipazione è stata di 19 iscritti al percorso medio (valevole per la classifica del cardacampionato) e due sul percorso corto.
ALBUM FOTO DI ARTURO BARBIERI << CLICCA QUI >>
Alle ore 9.00 in punto la partenza, in leggera discesa, e poi via all'interno del parco del Ticino, tra le piante dei ciliegi ormai sfiorite in questo inizio un po' pazzerello di primavera.
Unico partecipante alla gara competitiva e primo cardatleta di giornata, un ritrovato in formissima ANTONIO VASI.
Al secondo cardaposto MATTEO BOSCO.
Al terzo il presidente ENEA ZAMPINI.
Quarto GIOVANNI ABIS.
Quinto, l'uomo dei PB ALESSANDRO MASTRI.
Sesto, il leader provvisorio della generale, FABRIZIO CHIGGIATO.
A seguire DONATELLO ROMA.
SIMONELLI DANIELE.
DARIO MARCHETTO.
ONOFRIO MURGIDA.
E DIEGO PORTA.
Poi è la volta della prima donna della Cardatletica: è FRANCESCA COLOMBO.
Seguito dal maratoneta KOSTIA ROSSI (domenica alla 42K di LONDRA).
Poi è la volta di ALESSANDRO DALL'ANGELO.
Seguito come un'ombra dal papà CLAUDIO DALL'ANGELO.
IVAN PADERI.
OMAR SPOTI.
GIUSEPPE RAMUNDO.
E seconda cardatleta di giornata FRANCESCA MAZZACANI.
Nella percorso corto di 5 km hanno partecipato AURELIANA VANZAGO e ANTONIO SPOTI.
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Poi, dopo esserci rifocillati al ristoro ed aver ritirato il premio come 39a squadra classificata, alcuni di noi sono rimasti per il terzo tempo, ovvero il Pic-Nic nel campo di calcio dell'oratorio.
Esperienza da ripetere l'anno prossimo e in altre gare.